RISCOPRIRE IL VALORE DEL CAMMINO grazie al giubileo

Un pellegrinaggio nella speranza: la proposta di Fr. Guido insieme ai migranti

Il pellegrinaggio è un elemento fondamentale di ogni evento giubilare. Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita.

Come nel racconto biblico dell’Esodo, che narra del popolo di Israele mentre cammina verso la terra promessa. Un viaggio impegnativo dalla schiavitù alla libertà che anticipa quello che impegna noi come Chiesa verso l’incontro finale con il Signore.

Il Giubileo ci permette di riscoprire il nostro stato itinerante di popolo di Dio in cammino nella storia verso il regno dei cieli.

Se veniamo ai nostri giorni possiamo riconoscere nella moltitudine delle persone migranti un’immagine concreta e viva di un popolo multietnico e plurireligoso che si affida a Dio.

Il loro procedere nella speranza ci interpella affinché ci rendiamo conto delle molte sicurezze terrene che noi occidentali dobbiamo lasciare se vogliamo procedere con la fede nel Signore.

La celebrazione del Giubileo ci invita al pellegrinaggio a piedi che favorisce la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità.

Da secoli tante espressioni religiose lo sperimentano quale modalità di ricerca e di ritorno a Dio.

Il pellegrinaggio ci introduce a fare attenzione al tanto bene che è presente nel mondo, il riconoscerlo ci libera dalla tentazione di ritenerci sopraffatti dal male, dalla corruzione e dalla violenza. Andremo dunque in cerca di buone notizie, sicuri di trovarne nei luoghi e nei gesti più impensati.

Torniamo al Vangelo, ricordiamo certamente come delle donne titubanti si misero in cammino quando era ancora buio e cominciarono ad intuire il Risorto da un’assenza, da una tomba vuota. La speranza dell’incontro le aprirono al mistero della vita nuova del Cristo.

Non è che le persone migranti fuggite da situazioni di oppressione, di discriminazioni, di mancanza di prospettive, fino al punto, sfiniti dalle fatiche e dalle prove, di essere stati tentati dalla disperazione possano aiutarci in questa ricerca?

Come per il popolo dell’antico Israele così per i migranti vi è una realtà che rimane il fondamento di ogni esodo o migrazione: la presenza nascosta di Dio che dona speranza.

Se programmate un pellegrinaggio, perché non pensate di organizzarne almeno uno, a livello di parrocchia, di associazione, di piccolo gruppo con persone migranti di fede cristiana o di partecipare a uno organizzato da loro?

Non tralasciamo questa possibilità, è una vera occasione del Giubileo 2025: uomini e donne di etnie diverse che seguendo Cristo Signore si formano a vicenda nella virtù della speranza.

FR. GUIDO RAVAGLIA È IL REFERENTE DELLA PROVINCIA S. ANTONIO DEI FRATI MINORI
PER LE ATTIVITÀ CON LE PERSONE MIGRANTI

Come possiamo avvicinare di più i giovani al Giubileo?

Il pellegrinaggio è un elemento fondamentale di ogni evento giubilare. Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita.

Come nel racconto biblico dell’Esodo, che narra del popolo di Israele mentre cammina verso la terra promessa. Un viaggio impegnativo dalla schiavitù alla libertà che anticipa quello che impegna noi come Chiesa verso l’incontro finale con il Signore.

Il Giubileo ci permette di riscoprire il nostro stato itinerante di popolo di Dio in cammino nella storia verso il regno dei cieli.

Se veniamo ai nostri giorni possiamo riconoscere nella moltitudine delle persone migranti un’immagine concreta e viva di un popolo multietnico e plurireligoso che si affida a Dio.

Il loro procedere nella speranza ci interpella affinché ci rendiamo conto delle molte sicurezze terrene che noi occidentali dobbiamo lasciare se vogliamo procedere con la fede nel Signore.

La celebrazione del Giubileo ci invita al pellegrinaggio a piedi che favorisce la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità.

Da secoli tante espressioni religiose lo sperimentano quale modalità di ricerca e di ritorno a Dio.

Il pellegrinaggio ci introduce a fare attenzione al tanto bene che è presente nel mondo, il riconoscerlo ci libera dalla tentazione di ritenerci sopraffatti dal male, dalla corruzione e dalla violenza. Andremo dunque in cerca di buone notizie, sicuri di trovarne nei luoghi e nei gesti più impensati.

Torniamo al Vangelo, ricordiamo certamente come delle donne titubanti si misero in cammino quando era ancora buio e cominciarono ad intuire il Risorto da un’assenza, da una tomba vuota. La speranza dell’incontro le aprirono al mistero della vita nuova del Cristo.

Non è che le persone migranti fuggite da situazioni di oppressione, di discriminazioni, di mancanza di prospettive, fino al punto, sfiniti dalle fatiche e dalle prove, di essere stati tentati dalla disperazione possano aiutarci in questa ricerca?

Come per il popolo dell’antico Israele così per i migranti vi è una realtà che rimane il fondamento di ogni esodo o migrazione: la presenza nascosta di Dio che dona speranza.

Se programmate un pellegrinaggio, perché non pensate di organizzarne almeno uno, a livello di parrocchia, di associazione, di piccolo gruppo con persone migranti di fede cristiana o di partecipare a uno organizzato da loro?

Non tralasciamo questa possibilità, è una vera occasione del Giubileo 2025: uomini e donne di etnie diverse che seguendo Cristo Signore si formano a vicenda nella virtù della speranza.

FR. GUIDO RAVAGLIA È IL REFERENTE DELLA PROVINCIA S. ANTONIO DEI FRATI MINORI
PER LE ATTIVITÀ CON LE PERSONE MIGRANTI

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