LA PRESENZA DEI FRATI FRANCESCANI IN CARCERE

La testimonianza di Fra Felice per te dal convento di Parma: un servizio quotidiano di speranza

FRA FELICE, CI VUOI RACCONTARE QUALCOSA DI TE?
Io sono Fra Felice, sono nato in Argentina a Buenos Aires e da trent’anni dedico la mia vita al servizio dei carcerati in Italia. Ho iniziato il mio cammino nei conventi liguri e da allora sono diventato cappellano delle carceri, una missione che non avrei mai immaginato per me ma per cui adesso mi dedico completamente.

Sono sincero, mi dà grande soddisfazione dopo una messa,  abbracciare i detenuti uno per uno, chiamarli per nome e conoscere la loro storia. Penso che ci sia in me una specie di empatia con chi si trova nei guai!
Ora vivo nel convento della Santissima Annunziata a Parma e qui abbiamo l’esempio e l’ispirazione della figura di padre Lino perché anche lui tra le altre cose era un servitore dei carcerati!

COME FUNZIONA IL SERVIZIO NELLE CARCERI DEI FRATI FRANCESCANI?
In carcere celebro la messa ogni giorno, cerco di creare occasioni di comunità e riflessione. In un ambiente di alta sicurezza come il carcere, dove gli incontri tra detenuti sono limitati, le messe diventano dei momenti di unione spirituale.

Cerco di non avere mai un giudizio su nessuno, non voglio far sentire a chi incontro dentro il carcere la pesantezza della detenzione, ma piuttosto cerco di incoraggiarli a vedere questo tempo come un’opportunità di crescita personale.
Poi aiutiamo anche materialmente i detenuti, specialmente quelli più poveri o senza famiglia.
Diamo loro un piccolo aiuto economico per acquistare beni di prima necessità o per telefonare a casa.

IN CHE MODO SENTI DI SEGUIRE GLI INSEGNAMENTI DI SAN FRANCESCO COL TUO SERVIZIO?
Sai che anche san Francesco è stato in carcere quando aveva vent’anni, dopo la battaglia di Collestrada?
Credo che questo servizio incarni perfettamente l’essenza dell’insegnamento di San Francesco: la vicinanza ai più vulnerabili, in questo caso, i carcerati.

Alle messe che celebro partecipano sempre anche dei musulmani o stranieri che non hanno nessuna confessione. Noi facciamo sempre partecipare tutti perché il nostro servizio non deve essere limitato a una confessione ma deve essere un gesto di amore universale.

C’È QUALCOS’ALTRO CHE HAI PIACERE DI AGGIUNGERE?
Semplicemente sto pregando per avere un discepolo giovane che decida di accompagnarmi in questo servizio.

FR. FELICE VIVE NEL CONVENTO SS. ANNUNZIATA DI PARMA

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