Francesco e

i Francescani

Francesco e

i Francescani

Antonio Pirri, San Francesco riceve le Stimmate

La vita di Francesco è stata il riconoscimento di un dono gratuito dell’amore di Dio,
un cammino di vita di restituzione, perché solo l’uomo che non tiene nulla per sé,
ma dona tutto se stesso, riesce a camminare in fraternità, guidato dal desiderio del Sommo Bene.

“E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi
e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui» (Regola non bollata 17, 17, FF 49)

  1182

Francesco nasce ad Assisi da Pietro di Bernardone dei
Moriconi e Donna Pica Bourlemont, d’origine provenzale.

Riceve la prima formazione in famiglia, specialmente dalla madre Pica, molto devota e pia, frequenta il primo grado di istruzione per 5 anni e riceve poi un’istruzione superiore
presso una delle abbazie vicine.

Giotto, L’Omaggio dell’uomo semplice, ca. 1295-1299, affresco,
230x270cm, Basilica Superiore di Assisi, Assisi

   1199 – 1205

Francesco vive la sua giovinezza nel pieno del fermento dell’età comunale, aspirando a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina e cercando fama e potere prendendo parte a imprese militari.

Imprigionato per un anno dopo la guerra tra Perugia e Assisi, Francesco si unisce all’armata di Walter de Brienne, ma – arrivato alla città Spoleto – decide di fare ritorno a casa, iniziando così il suo percorso di conversione e una nuova vita.

Cristobal de Villalpando – Saint Francis Defeats the Antichrist

   1199 – 1205

Francesco vive la sua giovinezza nel pieno del fermento dell’età comunale, aspirando a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina e cercando fama e potere prendendo parte a imprese militari.

Imprigionato per un anno dopo la guerra tra Perugia e Assisi, Francesco si unisce all’armata di Walter de Brienne, ma – arrivato alla città Spoleto – decide di fare ritorno a casa, iniziando così il suo percorso di conversione e una nuova vita.

Cristobal de Villalpando – Saint Francis Defeats the Antichrist

  1205

Il ritorno inatteso e solitario da Spoleto genera scalpore nella città umbra e Francesco è provato da emozioni contrastanti. Il giovane spensierato e guidato da desideri di fama e potere lascia il posto a un uomo riservato e taciturno, più attento ai bisogni degli altri e dei più poveri.
La ricerca di luoghi solitari, il distacco dalle cose e il silenzio lo portano fino alla piccola chiesa di San Damiano, davanti al cui crocifisso Francesco prega e riceve la chiamata a lavorare per la Chiesa del Signore. Subito interpreta la voce del Cristo come una richiesta per restaurare la piccola chiesetta. Solo dopo comprende il vero significato di quelle parole: il Signore lo ha chiamato a lavorare per tutta la Sua Chiesa.

“Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela”
“Lo farò volentieri, Signore”


Baccio Maria Bacci, Corridoio delle Stimmate (San Francesco Incontra il lebbroso),
(ca. 1929-1962), Santuario Francescano a La Verna

1206 

I segni della guerra sono ben visibili intorno ad Assisi. Miseria, disordini e malattie segnano le vite di molti uomini e donne e il contrasto tra ricchezza e povertà inasprisce le tensioni nella società del tempo.

Proprio nella primavera di quest’anno Francesco, nel mezzo della sua crisi personale e spirituale, incontra un lebbroso, ultimo tra gli ultimi, e compie un gesto che cambia per sempre la sua vita e ancora oggi ricordiamo: lo abbraccia, gli consegna il denaro che possiede e scopre dentro di sé una nuova gioia.

 

   1208 – 1209

Il cammino di conversione di Francesco si completa grazie all’ascolto di alcune espressioni evangeliche, diffuse ad opera dei movimenti pauperistici.

Bernardo di Quintavalle e il sacerdote Pietro Cattani si uniscono a lui, come faranno anche altri negli anni a venire, e iniziano a seguirlo nella sua predicazione tra le strade di Assisi.

Francesco e i suoi primi undici compagni si recano a Roma dove ricevono da Papa Innocenzo III l’approvazione della loro scelta di vita e della loro prima Regola.

“Andranno due a due a predicare”

   1208 – 1209

Il cammino di conversione di Francesco si completa grazie all’ascolto di alcune espressioni evangeliche, diffuse ad opera dei movimenti pauperistici.

Bernardo di Quintavalle e il sacerdote Pietro Cattani si uniscono a lui, come faranno anche altri negli anni a venire, e iniziano a seguirlo nella sua predicazione tra le strade di Assisi.
Francesco e i suoi primi undici compagni si recano a Roma dove ricevono da Papa Innocenzo III l’approvazione della loro scelta di vita e della loro prima Regola.

“Andranno due a due a predicare”

Ubaldo Oppi, «San Francesco e papa Onorio III» (particolare)

   1212

Nella notte della domenica delle Palme, Francesco accoglie Chiara alla Porziuncola e la veste con l’abito religioso.


Chiara trascorre un periodo con le monache benedettine ad Assisi, ma la volontà di condividere totalmente la scelta di vita di Francesco nella povertà e alla sequela di Cristo, la porta a vivere a San Damiano e a dare inizio al Secondo Ordine francescano, l’Ordine delle Sorelle povere, più tardi chiamate Clarisse.

   1216

“Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”


è con queste parole che il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, Francesco annuncia al popolo radunato alla Porziuncola quello che sarebbe passato alla storia come “Il Perdono di Assisi”

Le fonti narrano che una notte dell’anno 1216, san Francesco è immerso nella preghiera alla Porziuncola, quando il Cristo e la Vergine Maria chiedono al poverello di Assisi cosa desideri per la salvezza delle anime. Ed egli risponde:

 

“Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa
ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”


Francesco si reca dal pontefice Onorio III che lo ascolta con attenzione e dà la sua approvazione.

   1222

Per Francesco e i suoi fratelli inizia un intenso periodo di predicazione in Italia, che a partire dal 1213 li porta a valicare le Alpi e il mare, arrivando anche presso il sultano Melek-el-Kamel e in Terra Santa.


Il Papa Onorio III conferma la piena cattolicità dei frati minori con la bolla “Cum dilecti” e nel capitolo generale del 1221 viene approvato il testo della Regola, detta non bollata.

Giotto, San Francesco davanti al Sultano

   1222

Per Francesco e i suoi fratelli inizia un intenso periodo di predicazione in Italia, che a partire dal 1213 li porta a valicare le Alpi e il mare, arrivando anche presso il sultano Melek-el-Kamel e in Terra Santa.

Il Papa Onorio III conferma la piena cattolicità dei frati minori con la bolla “Cum dilecti” e nel capitolo generale del 1221 viene approvato il testo della Regola, detta non bollata.

Giotto, San Francesco davanti al Sultano

  1223

In un momento molto difficile della sua vita, Francesco si ritira a Fonte Colombo con frate Leone e Frate Bonizzo per scrivere la nuova Regola, più breve, che viene discussa al Capitolo generale e poi approvata da Papa Onorio III con la bolla “Solet annuere”.


Il 29 novembre 1223 nasce così la Regola bollata dell’Ordine dei Frati Minori, che regola a tutt’oggi la vita dei
francescani.
È nella notte di Natale dello stesso anno, che Francesco dà vita alla prima  rappresentazione al mondo del Presepe a Greccio durante la messa di mezzanotte.

Baccio Maria Bacci, Corridoio delle Stimmate (San Francesco detta La Regola)
(ca. 1929-1962), Santuario Francescano a La Verna

   1224

Francesco si ritira in preghiera e penitenza per un
lungo periodo alla Verna dove riceve il dono delle stimmate della Passione.

“Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno
da Cristo prese l’ultimo sigillo
che le sue membra due anni portarono”
(Paradiso, XI, vv. 106-108)

Nelle mani, nei piedi e sul costato di Francesco appaiono i segni visibili dei chiodi della Croce di Cristo e la ferita inflitta dalla lancia del centurione, segno divino che fra tutti i  santi il poverello di Assisi si è fatto immagine di Cristo nella sua vita di semplicità, povertà e amore per Dio e gli uomini.

Francesco è Alter Christus.

   1224

Francesco si ritira in preghiera e penitenza per un
lungo periodo alla Verna dove riceve il dono delle stimmate della Passione.

“Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno
da Cristo prese l’ultimo sigillo
che le sue membra due anni portarono”
(Paradiso, XI, vv. 106-108)

Nelle mani, nei piedi e sul costato di Francesco appaiono i segni visibili dei chiodi della Croce di Cristo e la ferita inflitta dalla lancia del centurione, segno divino che fra tutti i  santi il poverello di Assisi si è fatto immagine di Cristo nella sua vita di semplicità, povertà e amore per Dio e gli uomini.

Francesco è Alter Christus.

  1225

Francesco incontra Chiara a San Damiano e con il peggiorare della malattia agli occhi vi resta per qualche tempo.

É proprio qui che una notte riceve la promessa divina della vita eterna e il mattino seguente detta il testo del Cantico delle creature.

Albert Chevallier Tayle, St. Francis of Assisi, 1898.
Olio su tela. 117×148 com, Penlee Gallery & Museum

   1226

Francesco, sentendo la morte vicina, detta il suo piccolo Testamento per i suoi frati e si fa portare alla Porziuncola, dove muore nella nuda terra, ultimo fra gli ultimi,
la sera del 3 ottobre.

Il suo corpo viene sepolto nella chiesa di San Giorgio per poi essere trasferito nel 1230 nell’attuale basilica, due anni dopo la sua canonizzazione da parte di Gregorio IX con la bolla “Mira circa nos” del 19 luglio 1228, fissando la festa liturgica al 4 ottobre.

Giotto, Morte di San Francesco

   1226

Francesco, sentendo la morte vicina, detta il suo piccolo Testamento per i suoi frati e si fa portare alla Porziuncola, dove muore nella nuda terra, ultimo fra gli ultimi,
la sera del 3 ottobre.

Il suo corpo viene sepolto nella chiesa di San Giorgio per poi essere trasferito nel 1230 nell’attuale basilica, due anni dopo la sua canonizzazione da parte di Gregorio IX con la bolla “Mira circa nos” del 19 luglio 1228, fissando la festa liturgica al 4 ottobre.

Giotto, Morte di San Francesco