UN AIUTO CHE CONTINUA ANCHE NEL “SILENZIO”

 

Paolo, educatore e responsabile dell’oratorio, ti racconta alcune storie
del Convento Sacro Cuore di Busto Arsizio, Varese 

 

Sono Paolo Pazzaglia, ho 33 anni e da un anno e mezzo, sono educatore e responsabile laico di oratorio al Convento della Parrocchia Sacro Cuore dei frati minori di Busto Arsizio; da quest’anno seguo anche quello che riguarda la nostra Caritas parrocchiale, ovvero il Centro di ascolto, per tutte le persone che bussano alla porta del convento, e la distribuzione di pacchi alimentari per le famiglie e le persone in difficoltà. Sono molto grato di questa opportunità che mi è stata data, perché è un lavoro che avrei sempre voluto fare, per poter dare il mio piccolo contributo e aiutare le persone in difficoltà.

IL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DI PACCHI SPESA SETTIMANALI

Sono molte le persone che bussano alla nostra porta, persone “normali”, dimenticate dalla società; potremmo essere tu e io, ma che io definirei semplicemente “persone belle”.

Quando vengono in Convento, non consegniamo loro un pacco spesa già fatto o preconfezionato. Qui abbiamo una piccola bottega, dove possono scegliere cosa vogliono portare a casa. Questo servizio si svolge due volte a settimana, il mercoledì e il venerdì pomeriggio dalle 14 alle 18.

Ma non facciamo semplicemente una distribuzione: anche grazie allo scambio di un sorriso e di parole di gentilezza, abbiamo instaurato con qualcuno una bella amicizia. Le persone ci dicono che sono felici di aspettare il giorno in cui vengono a ritirare il loro pacco spesa, perché si sentono volute bene. Questa penso sia una delle cose più belle e importanti che ci siano.

Tutti i giorni, insieme a fr. Pietro, responsabile delle attività caritative del Convento, accogliamo e ascoltiamo tutte le persone che ci chiedono un aiuto.

Ad oggi, distribuiamo i pacchi alimentari a 100 persone, ognuno con una storia particolare alle spalle. La maggior parte di loro hanno una famiglia di cui occuparsi, quindi puoi immaginare quante persone sono coinvolte.

 

CHI SONO LE “PERSONE BELLE” CHE INCONTRIAMO

Vorrei raccontarti di Antonietta, una signora italiana di 50 anni. Vive in una casa popolare e fa molta fatica a tirare avanti. Ha avuto una vita molto difficile, fatta anche di abusi. Quando viene da noi chiede sempre se c’è del sapone per potersi lavare, del cioccolato e tanta pasta, di cui è golosa. Non manca mai di salutarci con un grazie e un grande sorriso. Eravamo abituati a scambiarci un abbraccio affettuoso, di sostegno reciproco, ma per via del periodo di emergenza sanitaria dobbiamo rinunciarci, anche se è davvero difficile doverle dire di no.

Poi c’è Issama, un ragazzo di 28 anni. Da qualche anno è in Italia, dopo aver lasciato il Congo, sua moglie e suo figlio. Da qualche mese ha perso il lavoro e non riesce a trovare alcun tipo di mansione. Vive in un appartamento in condizioni molto precarie, dove c’è molta umidità e dove non ha corrente elettrica, perché non può permettersi di pagare le bollette. Praticamente vive al buio. Quando insieme ai frati gli abbiamo regalato una lampada da campeggio, di quelle che funzionano senza corrente, dovevi vedere la sua gioia, per lui è stato un grande regalo! Si è commosso. È un ragazzo sempre gentile ed educato. Ci siamo promessi di aiutarlo a cercare un lavoro stabile e un alloggio più “umano”.

Mi viene in mente un’altra signora, che ultimamente sta venendo al Convento. Si chiama Carmen, è originaria del Perù. Sta vivendo una situazione molto difficile. Lavorava come badante, ma, per colpa del covid, ha perso il lavoro e non sa come mantenere la sua numerosa famiglia. Vive in un piccolo appartamento insieme a suo marito, i suoi genitori anziani, la sorella e i due nipotini. Ora rischia lo sfratto, perché l’accordo con il proprietario era inizialmente quello di ospitare non più di quattro persone. Purtroppo non possono permettersi di pagare un affitto di più di 450 euro mensili per abitare in un appartamento più grande, né tantomeno comprare cibo da mangiare per tutti.  Carmen ha provato a venire più volte a settimana al Convento per questo: oggi fare la spesa per una famiglia numerosa diventa un’impresa quasi impossibile.

Quando viene a ritirare il suo pacco spesa settimanale si commuove, e prima di andare via ci dice sempre: “Che Dio vi benedica!”. Per noi è una benedizione incontrare persone come lei, che ti raccontano la loro storia, che si affezionano per così poco, sono le più vere; la loro bellezza rende anche le nostre giornate più piene e più belle.

Ti accorgi che dietro le loro storie e i loro volti c’è Gesù, ci sono degli amici, non solo persone da aiutare. Quando ci chiedono: “Pregate per noi”, col sorriso rispondo: “Siete voi che dovete pregare per noi, perché voi che avete avuto meno fortuna di noi avrete sicuramente un posto nel Paradiso e ci precederete”.

 

GLI ALTRI SERVIZI PORTATI AVANTI PER AIUTARE PIÙ PERSONE POSSIBILI

Oltre al servizio di distribuzione pacchi alimentari, con fr. Pietro abbiamo deciso di mantenere il servizio mensa ogni sera, dalle 18:45 alle 19:15, così chi ha bisogno può consumare una cena calda; di solito sono tra le 7 e le 15 persone che accogliamo.

Inoltre, per venire incontro a più di 70 famiglie, la portineria è aperta tutti i giorni, dalle 14 alle 17, per distribuire dei sacchetti con del cibo pronto.

Insieme a fra Pietro abbiamo anche un appuntamento il giovedì sera coi ragazzi adolescenti dell’oratorio, in cui distribuiamo cibo caldo in stazione a Busto Arsizio a circa 30 persone senza fissa dimora.

 

NON VOLER LASCIARE INDIETRO NESSUNO E DARE A OGNUNO L’IMPORTANZA CHE MERITA

Come puoi capire, ogni giorno le persone che si affacciano al nostro convento sono veramente tante, e siamo ben felici di ospitarle e fare nel nostro piccolo qualcosa di bello. È importante dare valore a ogni persona che abita questo mondo, non solo perché siamo tutti figli di Dio, ma anche perché ognuno è unico, non c’è nessuno come noi, e questa diversità va coltivata e preservata, perché ha un valore straordinario.

Quando torno a casa mi dico: “Anche oggi è stata una giornata piena e bella”, perché vivo a fondo le parole di Gesù, le parole del Vangelo.

Potrà sembrare banale, ma lo dico con tutto il mio affetto: vorrei ringraziare fra Pietro e i frati, perché nel loro piccolo, tutti i giorni, danno veramente tanto amore a tutte queste persone che sono meno fortunate di noi. Tante persone non ne se accorgono perché fanno il bene nel silenzio. Ci mettono umiltà, amore e dedizione nel servizio che svolgono. È bello avere persone così che ti avvicinano a Gesù. In qualche modo, sono loro i primi a testimoniarlo tutti i giorni!

fr. Pietro e Paolo nella dispensa del convento

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