Provare ad accogliere per credere all’accoglienza

Da due a insieme

L’ACCOGLIENZA PER FRANCESCO

“E chiunque verrà da essi (dai frati), amico o nemico, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà.”

Capitolo VII, Regola Non Bollata

Accogliere è occasione per crescere in umanità e solidarietà.

Non importa chi tu abbia davanti: aprire le braccia, le orecchie e il cuore è l’unica strada per vivere secondo lo spirito di San Francesco e per mettere in pratica il Vangelo.

Per Francesco non esiste infatti vita cristiana senza accogliere l’altro e senza sperimentare il dono di essere accolti.

Perché, per Francesco, l’accoglienza è innanzitutto un dono che Dio fa a ogni Sua creatura, è una delle forme del Suo amore per ogni uomo e ogni donna ed è su questo esempio che il Santo di Assisi costruisce la sua vita.

Siamo capaci di accogliere perché prima siamo stati accolti a nostra volta.
Fino alla fine non smette mai di sentirsi accolto, di praticare l’accoglienza e di predicarla: verso chi andava da lui, verso i suoi fratelli e le sue sorelle, verso i bisognosi nel corpo e nello spirito, ma anche le contraddizioni del suo tempo, della Chiesa, la sofferenza, la malattia e fin’anche Sora Morte corporale.

L’ACCOGLIENZA PER CHI ACCOGLIE

“Io frate Francesco, il minore dei vostri servi, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio, e col desiderio di baciare i vostri piedi, che queste e le altre parole del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore le dobbiate accogliere e mettere in opera e osservare.”

Capitolo VII, Regola Non Bollata

Francesco lo dice chiaramente: gli insegnamenti del Vangelo vanno accolti e messi in pratica.

Quando sei tu ad accogliere l’altro impari a riconoscere e accettare la differenza, guardala come ricchezza e non come ostacolo.

Accogliere diventa così dono anche per te che stai accogliendo, perché costruisci così una nuova relazione vera, umana, libera e feconda.

L’accoglienza dei frati oggi

L’ACCOGLIENZA PER CHI È ACCOLTO

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”

Matteo 7, 7

Quanta fatica nel chiedere aiuto, quanta fatica nel bussare a una porta chiusa, quanta fatica nel pronunciare quella prima parola.

Fatica per timore di un rifiuto, di una porta che non si apre, di una parola che cade nel vuoto.

Stare “dall’altra parte” non è scontato come si può pensare, non è la parte comoda e facile dell’accoglienza, perché come in tutte le relazioni si è in due e a ciascuno e dato un compito, di assumersi “il rischio” di incontrare l’altro, il diverso da sé.

È solo così che da due, si diventa un insieme, da sconosciuti si diventa fratelli e sorelle, da uomini e donne soli si crea comunione.

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IL TEST DELL’ACCOGLIENZA FRANCESCANA

Rispondi a queste 5 semplici domande.
Ti aiuteranno a riflettere sul valore dell’accoglienza nella tua vita quotidiana.

1) Cos’è per te l’accoglienza?
– un dovere sociale;
– una forma di vita cristiana;
– non ci ho mai pensato.
2) In un giorno, quanti gesti (piccoli e grandi) di accoglienza compi verso qualcun altro?
– molti;
– alcuni;
– pochi.
3) In un giorno, quanti gesti di accoglienza ricevi?
– molti;
– alcuni;
– pochi.
4) Ti è mai capitato di NON essere accogliente con qualcuno che aveva bisogno?
– sì;
– no;
– raramente
5) Fermati qualche istante e ripensa al momento in cui hai scelto di NON accogliere. Oggi faresti la stessa scelta?
– sì;
– no;
– non lo so.

Non ci sono risposte giuste o sbagliate.
Quello che hai risposto sono le tappe di un cammino di accoglienza che magari ha avuto o avrà dei momenti di fatica e dei momenti di grande grazia.

Il nostro invito e quello di San Francesco è quello di non fermarti mai e continua a cercare e praticare l’accoglienza perché è quando provi ad accogliere che crederai nella bellezza dell’accoglienza.