Fr. Italo ti racconta le storie di bimbi e ragazzi che possono sognare un futuro migliore
Fraโ Italo ci racconti un poโ di te, come sei diventato frate?
Grazie a un frate questuante che girava nella bassa bresciana. Si chiamava fraโ Benvenuto ed era sempre accompagnato da una pecora e un agnellino ma non sapevo a quale ordine appartenesse. Io lavoravo con un pastore e durante la mia conversione sono andato a cercarlo a Rezzato. Lรฌ ho conosciuto fr. Enzo Maggioni (oggi Ministro Provinciale della nostra Provincia di S. Antonio n.d.r) che dopo qualche settimana mi accompagnรฒ a Cermenate dove ho potuto aggiungermi anchโio al gruppo di ragazzi che stavano facendo il periodo di discernimento e prova, il postulandato.
E la missione?
Nel periodo del postulandato ho avuto la fortuna di fare la mia prima esperienza missionaria in Africa con il gruppo Missionario del Convento di Cermenate in Tanzania. Ero partito in bermuda e arrivato in terra africana ho trovato la nebbia, in inverno raffiche calde mentre dโestate il freddo. Mi piacque molto soprattutto il lavoro dalle suore della Consolata (dove eravamo andati ad aiutare) che gestivano lโospedale per bambini malnutriti. Ho cercato di fare quello che potevo anche se non avevo conoscenze in campo medico. ร lโesperienza che ha segnato il mio cammino francescano.
Dopo che i miei genitori sono venuti a mancare (uno nel 98 e lโaltro nel 99) nel 2000 sono partito. Volevo fare solo unโesperienza un poโ piรน lunga questa volta ma in realtร รจ diventata una scelta di vita. Sono 22 anni che sono in Congo Brazzaville. Quando sono arrivato cโerano parecchi missionari, poi pian piano tutti sono rientrati e sono rimasto il solo.ย Cโรจ stata poi la morte di P. Angelo nel 2005. Angelo allโinizio era venuto solo in visita ma poi ritornรฒ perchรฉ si era appassionato al Congo; ci rimase finchรฉ non fu ucciso.ย La sua morte portรฒ allโapertura di questo centro da parte della Provincia e della famiglia di P. Angelo per aiutare i bambini e ragazzi di strada.ย Venne acquistato un appezzamento dove cโerano giร delle case diroccate che poi abbiamo sistemato e da lรฌ รจ partito il โCentro Padre Angeloโ. In realtร con i ragazzi di strada lavoravamo giร da 4 anni altrove.ย
Allโinizio il centro di accoglienzaย per i ragazzi di strada eraย solo notturno, unย posto sicuroย dove potevanoย mangiare, lavarsi e dormire. I primi tempi i ragazzi dormivano sotto il letto per paura che qualcuno potesse fargli del male. Poi pian piano le cose si sono acquietate, hanno iniziato a non uscire piรน al mattino ma a restare lรฌ tutto il giorno. Cosรฌ abbiamo iniziato a seguirli un poโ di piรน, alcuni hanno cominciato ad andare a scuola, altri a imparare un mestiere. Con la morte di Padre Angelo il Centro รจ cresciuto, si รจ strutturato e per molti anni รจ stato seguito con dedizione da fr. Adolfo Marmorino. Ad oggi sono passati circa 120 ragazzi dal Centro, attualmente ne ospitiamo 24 in una fascia dโetร dai 5 ai 22 anni. Gli ultimi arrivati sono un fratello e una sorella (la piccola ha solo 5 anni) che prima stavano da una zia che non poteva piรน occuparsi di loro avendo lei stessa 4 figli. I ragazzi vengono accolti grazie a conoscenze che portano alla luce la loro storia, altre volte li porta la polizia o li invia il giudice.ย
Tu sei lโunico frate della Provincia di SantโAntonio che รจ lรฌ in Congo?
โSiโ
Ci puoi condividere la storia di qualcuno dei ragazzi del Centro? Qualcuno che ha fatto un bel percorso?
Cโรจ la storia di unaย coppia di fratelliย accolti nel Centro. Il piรน piccolo รจ arrivato a fare la maturitร due anni fa ma entrambe le volte รจ stato bocciato. Alla fine si รจ messo a cercare unโalternativa, ha deciso di vendere caramelle e biscotti costruendosi un chiosco. Gli abbiamo detto che se voleva davvero superare la maturitร doveva lasciare da parte il chiosco e concentrarsi sullo studio.ย Questโanno รจ il primo della classe! Anche a scuola sono molto contenti.
Poi alcuni ragazzi dei villaggi, che hanno solo la mamma senza la presenza del papร . Una di queste mamme ha sette figli: allโinizio ha portato un figlio e dopo poco sono diventati tre. Lei adesso ha un altro marito e ha giร fatto un figlio con lui.ย Per i bambini che sono da noi sono contento perchรฉ sono usciti da un mondo rurale in cui non cโรจ la scuola e lโunica cosa importante รจ la zappa e lavorare seguendo le stagioni.ย Quando si dร lโopportunitร a questi ragazzi di uscire da una condizione difficile รจ sempre una soddisfazione.
Unโaltra mamma diabetica e con molte difficolta economiche ha portato i suoi due figli perchรฉ non riusciva piรน a tenerli con sรฉ. Quando li abbiamo accolti nel Centro si era messa a piangere perchรฉ era contentissima. Aveva perรฒ โdimenticatoโ di dirmi che uno di loro era epilettico. Ora lo seguiamo con un trattamento adatto e per fortuna le crisi non sono piรน frequenti come prima quando gli accadeva praticamente quasi tutti i giorni.
Ci sonoย tre ragazziche abbiamo mandato a scuola dai salesiani, cosรฌ possono imparare un mestiere. Insomma, storie particolari non รจ che ce ne siano.ย Il nostro aiuto รจ quello di prendere questi ragazzi e dargli unโeducazione, un futuro. Innanzi tutto con la scuola, con lโeducazione, con la fede, per imparare a vivere insieme nel rispetto reciproco.
Unโaltra bella realtร รจ quella del progettoย โSostegno per crescere in autonomiaโย creato ad hoc per i ragazzi grandi che possono affrontare il percorso universitario, pagando loro la permanenza agli studi. Il progetto รจ in stretta collaborazione con lโassociazione lecceseย โLa strada di casaโย fondata daย p. Adolfoย (anche se รจ rientrato in Italia da un poโ di anni).ย Attualmente come Centro abbiamo un solo ragazzo che va allโuniversitร : noi paghiamo vitto e alloggio e lโAssociazione gli studi. La mamma di questo studente vive in un campo profughi ruandesi e si occupa dellโaltro figlio, affetto da demenza. La societร africana emargina le persone disabili pensando che siano colpitiย dal malocchio o che portino sfortuna.
Come per esempio gli Albini?
โDa noi in Congo gli albini sono tollerati, al contrario del Camerun dove invece vengono emarginati completamente.ย Il ruolo della Chiesa conta, non ci dimentichiamo che la metร del Congo รจ cattolica, il 20% รจ evangelica, poi il restante 30% comprende i musulmani e le sette. Ultimamente gli aiuti congolesi arrivano dalle sette, che mandano gli adepti con riso, sapone etc. Ci sono anche i cattolici, le associazioni o le confraternite delle parrocchie che si organizzano e portano aiuti.
Come declini essere frate francescano nella tua vita di tutti i giorni, in missione e a contatto con questi ragazzi?
Alla fine piรน cheย essere francescanoย รจ cercare di essere evangelici, quello cheย il Signore ci dice sempre รจ di aiutare i poveri, gli orfani, le vedoveย e questo รจ in concreto la mia quotidianitร . Il Centro si occupa di ragazzi, ma tutte le altre persone che hanno bisognoย vengono aiutate nelle nostre parrocchie, nelle nostre altre case. Il fatto stesso che il Vangelo ci dica di aiutare specificatamente gli orfani ci fa piacere, รจ unโattivitร che va nel concreto. Tuttavia quando si passa dalle parole alla pratica si entra in un contesto difficile. Il nostro scopo รจ aiutare le persone ad uscire da una condizione nella quale non vogliono stare. Al di lร di tutto, noi non portiamo una visione del tutto francescana perchรฉ portare il concetto di povertร in questo contesto รจ molto difficile.
Bisogna quindiย portare il Vangelo sotto un altro aspetto: la solidarietร , la caritร โฆย Non dimentichiamo che il contesto occidentale in cui viviamo noi รจ di benessere, cerchiamo la povertร per staccarci dai beni materiali. I congolesi che giร non hanno niente non riescono a entrare in questa logica, รจ molto difficile. Penso anche che questo sia il grosso problema del francescanesimo in Africa; a volte si vuole imporre uno stile di vita che รจ fuori contesto. Bisogna trovare altre forme. Come stiamo provando a fare al Centro.
E per quanto riguarda il progetto โDispensario Medicoโ?
Ah lโambulatorio! Finalmente, adesso che viene fraโ Pietro Pagliarini faremo lโinaugurazione ufficiale, prima non avevamo i permessi del ministero anche se potevamo giร usarlo.ย Con il finanziamento della Provincia abbiamo sistemato tutta la strutturaย invece unโaltra associazione e il segretariato missioni di Foggia ci hanno aiutato a comprare il mobilio e gli strumenti. Forse questโanno da Foggia verrร un gruppetto di volontari e infermieri per animare il posto, quando arrivano persone straniere la gente ha piรน fiducia.
Fr. Italo, in Congo per donare un futuro migliore a tanti bambini e ragazzi in difficoltร